Livio Cambi

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Livio Cambi (Ancona, 14 giugno 1885Guastalla, 14 agosto 1968) è stato un chimico italiano.

Biografia[modifica | modifica wikitesto]

Si laureò nel 1906 in Chimica con lode presso l'Università di Bologna, a soli 21 anni, ricevendo anche la medaglia d'oro destinata al migliore laureato dell'anno.

Nel 1924, Luigi Mangiagalli, fondatore e rettore dell'Università degli Studi di Milano, chiamò Livio Cambi, ormai affermato chimico e docente, nella Facoltà di Scienze come professore ordinario per creare, primo in Italia, il corso di Laurea in Chimica Industriale, che Cambi considerò sempre l'opera sua più importante[1]. Nel 1926 divenne anche preside della Facoltà di Scienze dell'Università di Milano, ruolo che ricoprì fino al 1960[2].

Ebbe vari incarichi accademici e, avendo pienamente aderito al fascismo, anche compiti nell'industria[3]. Giunse ad un importante ruolo politico nel 1939 quando, per il Partito Nazionale Fascista, ebbe la guida della Corporazione della siderurgia e metallurgia, di fondamentale importanza per la produzione metallurgica per le Potenze dell'Asse in funzione della potenza economica e militare del sistema italo-germanico durante la seconda guerra mondiale[4].

Molto importanti furono le sue numerose ricerche nel campo della chimica inorganica, ma divenne noto in particolar modo per aver realizzato i processi elettrolitici di estrazione dello zinco e del cadmio, particolarmente importanti per l'industria italiana. Nel 1956 ottenne la laurea honoris causa, al Politecnico di Milano, in Ingegneria chimica.

Cambi si interessò anche di storia e preistoria, in particolar modo della composizione dei metalli e delle leghe negli strumenti utilizzati nell'antichità, giungendo alla conclusione che dalla metallurgia si potevano trarre delle indicazioni che permettevano di attribuire, in maniera più attendibile, i reperti archeologici ai diversi periodi, popoli o civiltà. Scrisse anche molti testi riguardanti questo campo tra i quali ricordiamo Le grandi conquiste della chimica industriale.

Morì a Guastalla, in provincia di Reggio Emilia, il 14 agosto 1968[2].

Note[modifica | modifica wikitesto]

  1. ^ CISUI - Centro Interuniversitario per la storia delle Università italiane
  2. ^ a b Comune di Ancona - Home page, su comune.ancona.it. URL consultato il 15 marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 13 aprile 2013).
  3. ^ Sulla piena adesione di Cambi al fascismo si veda Luigi Cerruti, Compagnia di giro. La transizione dei chimici italiani dal fascismo alla democrazia, 2007, pp. 431-443, qui pp. 438 e ss.
  4. ^ Storia della chimica in Italia: i chimici e il regime fascista, su minerva.unito.it. URL consultato il 26 agosto 2010 (archiviato dall'url originale il 24 settembre 2010).

Collegamenti esterni[modifica | modifica wikitesto]

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